Tevere Art Gallery. Chi siete e di cosa vi occupate?

Mi chiamo Thomas Corvaglia, ho 28 anni e sono maestro di pianoforte. La Tevere Art Gallery nasce sette anni fa da un’idea di mio padre, Luciano Corvaglia, noto stampatore e curatore di mostre fotografiche internazionali. La galleria è uno spazio multimediale con una forte vocazione verso la musica classica e la fotografia.

Tevere Art Gallery è anche l’organizzatore dell’evento “The Darkroom Project #7”, un evento realizzato al Castello di Santa Severa, tra il 28 febbraio e il 1° marzo 2020. Perché questa idea e cosa ha riguardato nel concreto questo interessante appuntamento?

“The Darkroom Project” è un festival di fotografia B/N con concerti di musica classica. Il festival è la conseguenza logica del nostro percorso: il mio fine è quello di accostare due forme d’arte apparentemente lontane ma che, in realtà, hanno molti punti in comune; il fine di mio padre è di mantenere vivo l’interesse dei giovani per l’arte della stampa ai sali d’argento e, in generale, per la fotografia analogica, minacciata sempre di più dall’avvento del digitale. L’evento era composto da una grande mostra fotografica, performance di camera oscura aperte al pubblico, workshop, letture portfolio, docu-video su grandi fotografi italiani, concerti e performance di musica.

Un’interessante iniziativa dedicata alla fotografia che avete portato avanti come parte del programma di valorizzazione del centro di posta giovanile al Castello di Santa Severa, nell’ambito del progetto di Itinerario Giovani, finanziato dalla Regione Lazio. Come siete venuti a conoscenza di questa iniziativa e cosa ne pensate?

Abbiamo saputo dell’iniziativa attraverso il passaparola e devo dire che ci siamo trovati benissimo, grazie anche al supporto e alla professionalità di chi ci ha seguiti.

I vostri motivi per i quali dei giovani ragazzi dovrebbero partecipare a progetti come il vostro o magari provare a organizzarne uno loro stessi, nell’ambito dell’iniziativa Itinerario Giovani.

Il motivo per il quale un ragazzo dovrebbe seguirci? La vera professionalità, frutto di anni di duro lavoro in prima linea. Quello che posso consigliare è di non mettersi a insegnare o a organizzare eventi culturali se non si ha un bagaglio culturale forte nell’ambito che si sta trattando, corredato anche da esperienze lavorative importanti e, possibilmente, svolte in ambito internazionale.